Il regesto delle pergamene del fondo brefotrofio di Fabriano

La storia locale nel web

 

Il patrimonio di un archivio comunale riflette la ricchezza delle vicissitudini amministrative e storiche che si sono susseguite nel territorio, una ricchezza che dovrebbe emergere nel momento della “presentazione” dell’archivio sia alla comunità di riferimento sia al più vasto bacino dell’utenza digitale, in cerca di informazioni sul web.

La promozione dell’archivio locale è importante per attirare l’utenza che, stimolata al recupero della propria memoria, potrebbe sviluppare interesse per la storia, le tradizioni e la documentazione del proprio territorio, nonché maturare una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’archivio come strumento di certificazione del diritto e memoria della comunità.

Una comunicazione glocale 

Tuttavia spesso le realtà archivistiche locali rischiano di non essere abbastanza visibili se non supportate da un’adeguata comunicazione e valorizzazione del patrimonio conservato.

Lo sforzo maggiore dovrebbe essere rivolto, quindi, alla comunicazione archivistica sul web, che permette, se sostenuta da una rigorosa progettazione ed un uso sapiente del medium, di disseminare tracce dell’esistenza dell’archivio e del suo patrimonio con una diffusione potenzialmente reticolare ed illimitata.

L’archivio comunale dovrebbe ambire a costruire, pertanto, una comunicazione glocale: una comunicazione che pur rivolgendosi ad un contesto globale mantiene uno stretto rapporto con le specificità della realtà locale; una comunicazione che valorizzi, quindi, i residui documentari del proprio contesto di riferimento proiettandoli verso un pubblico più ampio.

Condividendo globalmente i propri valori culturali ed identitari con altre comunità esterne, difatti, la realtà locale si arricchisce attraverso scambi e relazioni tra soggetti diversi.

Lo strumento principale per la costruzione di questa “rete” di dialogo culturale non può che essere il web.

 

Le nuove sfide del web per archivi e biblioteche

La consuetudine degli utenti digitali ad una crescente e diversificata offerta di contenuti in rete[1] ha aperto nuove sfide per gli archivi e le biblioteche, realtà rivolte verso l’obiettivo di mantenersi rilevanti nella nuova società dell’informazione che impone un impegno di formazione permanente a tutti i suoi membri.

La conservazione delle fonti tramite la loro digitalizzazione diventa strumento cardine per la loro fruibilità: digitalizzare una fonte, attraverso procedure corrette e standardizzate, significa preservarla al di là della sua fisicità, ma anche mettere in atto un’operazione dal potenziale enorme dal punto di vista dell’accessibilità.

Gli archivi che superano il limite “fisico” della fonte e, in alcuni casi, dell’accesso ad un fondo in un determinato luogo di conservazione, sono archivi che conferiscono importanza alle “reti” che si vengono a creare attraverso il network digitale[2] e che recepiscono le esigenze dell’utenza online.

Prima dell’avvento dell’informatica e di Internet, la maggior parte dei prodotti descrittivi e degli strumenti di ricerca era destinata ad essere consultata ed utilizzata nell’ambito di ciascun istituto di conservazione e quindi da un pubblico limitato, con il quale era possibile un confronto diretto; la rete, invece, moltiplica i destinatari, e i possibili utenti diventano un universo indifferenziato.

Non è un caso se gli strumenti di ricerca ai fondi archivistici e la riproduzione digitale dei documenti canalizzino le maggiori aspettative dell’utenza sul web, abituata al reperimento rapido di informazioni e di contenuti. Sulla base di queste evidenze, risulta quindi imprescindibile fornire risorse digitali liberamente consultabili e scaricabili.

Il ruolo di mediazione tradizionalmente esercitato dagli archivisti per favorire l’accesso alle fonti potrà poi essere recuperato in ambiente virtuale attraverso la corretta restituzione delle informazioni relative sia al contenuto che al contesto dei fondi archivistici (soggetti produttori, conservatori, struttura dei fondi…).

Il regesto manoscritto di Romualdo Sassi, Archivio Storico Comunale di Fabriano, Strumenti di ricerca

L’Archivio Storico di Fabriano nelle pagine di Romualdo Sassi, storico e conoscitore 

 

Tale è la premessa su cui si è costruito il progetto L’Archivio Storico di Fabriano nelle pagine di Romualdo Sassi, storico e conoscitore, elaborato dalla Dott.ssa Francesca Mannucci e finanziato dalla Regione Marche, che prevede interventi di digitalizzazione i quali contribuiranno a preservare l’importanza della figura dello storico Romualdo Sassi[3] e dei suoi studi sulla storia del territorio fabrianese.

Il progetto prevede sia la scansione in formato PDF con riconoscimento ottico dei caratteri di tutte le opere e i contributi dello storico (al fine di garantire un accesso rapido alle risorse disponibili tramite consultazione sul sito della Biblioteca Multimediale “R. Sassi” di Fabriano[4]) sia la trascrizione digitale del regesto manoscritto, da egli compilato, delle pergamene appartenenti al Fondo Brefotrofio conservato presso l’Archivio Storico Comunale di Fabriano.

Anche tale strumento di supporto alla ricerca storica sarà reso disponibile sul sito della biblioteca di Fabriano nella sezione dedicata all’archivio storico.

 

Gli obiettivi del progetto

L’intervento persegue il duplice obiettivo di diffondere la conoscenza del contributo del Sassi alla storia locale attraverso la sua produzione e di offrire un supporto da remoto alla ricerca storica, così tanto penalizzata durante il periodo pandemico e tuttora ostacolata dalle misure di prevenzione e di contenimento ancora in vigore.

Una volta ultimati gli interventi del progetto, un’ulteriore opportunità di divulgazione del regesto digitale sarà la sua rielaborazione tramite un software di descrizione archivistica i cui prodotti siano compatibili con gli standard, i set di metadati e i protocolli di comunicazione adottati dai principali sistemi informativi archivistici nazionali.

L’inserimento all’interno della capillare rete di risorse costruita attraverso i SIA, difatti, permetterà di diffondere ulteriormente la consapevolezza delle potenzialità informative di questo strumento di ricerca, costruito dal Sassi in maniera puntuale, rigorosa e sistematica.

 

L’archivio del Brefotrofio di Fabriano

Il Brefotrofio, istituto di beneficenza nato a Fabriano nell’ottobre del 1456 ad opera di S. Giacomo della Marca, conservò all’interno del proprio archivio molti documenti anche di più antica origine, fra cui i registri delle Corporazioni delle Arti della città e una straordinaria quantità di rotoli pergamenacei contenenti atti notarili perlopiù privati (compravendite, scambi, testamenti, accordi lavorativi, contratti e prestiti) prodotti all’interno del territorio fabrianese e risalenti ad un arco temporale che va dalla metà del XII sino al XIX secolo.

Un’estensione cronologica amplissima, che si fa specchio delle vicende storiche, sociali, economiche e politiche di Fabriano nel corso di otto secoli e restituisce un quadro articolato di una società in vivace fermento.

L’intero archivio del Brefotrofio confluì in quello comunale di Fabriano nel 1883, costituendosi come Fondo Brefotrofio.

Le pergamene sono state cronologicamente suddivise in decine e disposte in otto scatole.

 

Il prezioso contributo di Romualdo Sassi

Nel corso degli anni Venti il Professor Romualdo Sassi si dedicò, con un lungo e paziente lavoro terminato nel luglio del 1928, all’elaborazione del regesto di tutte le pergamene del fondo.

Tale prodotto di notevole entità, pervenutoci in forma di registro manoscritto composto di 232 carte numerate, ha rappresentato sin da subito un supporto prezioso alle ricerche degli storici e degli studiosi che nel corso degli anni si sono recati all’archivio comunale di Fabriano alla scoperta dei suoi tesori documentari.

All’interno del regesto, per ogni pergamena il Sassi ha annotato il numero di corda e la scatola corrispondente, la data dell’atto, il nome del notaio, il contenuto (firmatari ed oggetto) ed infine il luogo di redazione.

Sono spesso riportate osservazioni circa lo stato di conservazione del documento ed annotazioni relative alla datazione attribuita in assenza di riferimenti cronologici certi.

L’opera è corredata da indici accuratamente dettagliati: lo storico ha elencato in ordine alfabetico i toponimi, i nomi di persona, eventi ed atti di considerevole importanza storica («cose più notabili») riportati nelle pergamene.

Sassi si è inoltre premurato di richiamare l’attenzione del ricercatore affiancando uno o due cancelletti al numero di corda di alcune pergamene, al fine di segnalare la particolare rilevanza storica dei relativi atti.

Un lavoro rigoroso, organico, puntuale, in cui le informazioni emergono con chiarezza a favore di chi si approccia per la prima volta a tali fonti.

L’importanza di tale strumento di ricerca, che riflette l’immenso valore storico del patrimonio membranaceo analizzato, è evidente, in quanto è in grado di fornire tutte le informazioni necessarie alla corretta comprensione ed interpretazione delle fonti, spesso inaccessibili e di complessa lettura qualora non si disponga di un’adeguata padronanza del latino medievale e delle discipline di paleografia e diplomatica.

L’estensione cronologica degli atti è tale che riferimenti a luoghi, personaggi ed eventi di importanza cruciale per la storia del territorio fabrianese compaiono frequentemente: emergono il nome e l’operosità di Ludovico di Ambrogio di Bonaventura, famoso mercante di carta del XIV secolo attivo nel territorio italiano e all’estero e particole del testamento del pittore Allegretto Nuzi, anch’egli vissuto nel XIV secolo; non mancano inoltre testimonianze degli accordi e delle relazioni diplomatiche del comune con i territori limitrofi, nonché tracce dei membri delle più importanti famiglie fabrianesi. Alcuni documenti, inoltre, rievocano avvenimenti di più ampio respiro, quali le Crociate e la Cattività Avignonese, che coinvolsero anche il territorio fabrianese, a conferma della rilevanza della spiritualità e della forte presenza della Chiesa sul tessuto sociale dell’epoca.

Atto di concessione dell’indulgenza plenaria a suor Polissèna, ministra delle terziarie di Fabriano, a seguito del suo contributo economico a favore della crociata «contra insanissimos Turchos». Archivio Storico Comunale di Fabriano, Brefotrofio, Pergamene, VII, n. 1409 del 15 agosto 1457.

Le opportunità della trascrizione digitale

Oltre all’importanza di rendere disponibile questo strumento di ricerca online e favorire la sua conoscenza, la trascrizione digitale rimane un passaggio indispensabile, data la fragilità del supporto manoscritto che lo scorrere implacabile del tempo potrebbe deteriorare.

La semplice fotoriproduzione del regesto non è sufficiente: vista la presenza di macchie di inchiostro e cancellature, solo la trascrizione completa può favorire una conservazione sicura ed una lettura più agevole e immediata.

La comunicazione digitale archivistica è diventata un imperativo nel periodo pandemico, nella misura in cui offre opportunità in precedenza sconosciute: attraverso il web è possibile offrire un supporto a distanza realmente concreto ai ricercatori, rendendo loro disponibili quante più risorse possibili.

Gli archivi, così come le biblioteche, sono (e dovrebbero essere) il baricentro della ricerca storica, ma la loro chiusura e la conseguente drastica riduzione dei servizi a seguito della pandemia ha avuto dolorose ripercussioni sul proseguimento del lavoro dei ricercatori, lavoro compromesso per un arco di tempo eccessivamente lungo.

L’impossibilità di interazione con la fisicità del luogo della ricerca, i cui confini si sono già progressivamente sfumati con la rete, ha mostrato ora più che mai tutti i limiti della ancora ridotta diffusione di fonti e strumenti di ricerca online, soprattutto relativamente agli archivi storici locali. Di qui l’importanza dell’ingente lavoro di progettazione richiesto da ogni iniziativa di digitalizzazione che aspiri a diventare un concreto supporto alla ricerca storica.

Sarà poi possibile evitare la frantumazione e la dispersione della memoria, rischio tangibile nell’”immaterialità” del web che tende a disperdere l’unità delle informazioni, declinando la tradizione della professione archivistica nell’ambiente della rete attraverso il recupero del contesto e il rigore di metodologie consolidate[5] da secoli.

L’archivio (in particolar modo quello comunale), per mantenersi rilevante a seguito delle trasformazioni tecnologiche, economiche e sociali avvenute negli ultimi decenni, deve fornire un concreto sostegno all’empowerment culturale della propria comunità, anche in accordo con le altre istituzioni culturali presenti a livello locale e nazionale.

Gli archivisti devono essere concretamente in grado di trasmettere e comunicare l’importanza della memoria collettiva e della riscoperta identitaria della comunità locale attraverso lo strumento archivio; in questa prospettiva esso si costituisce così leva sempre attuale di conoscenza della storia e delle tradizioni del territorio.

Perseguendo questi obiettivi, il fervore della ricerca storica che caratterizzava Romualdo Sassi può essere valorizzato, consentendo il proseguimento del suo contributo alla memoria storica della nostra comunità. Grazie ad una consapevole digitalizzazione, basata sulla progettualità e sulle potenzialità della rete, il passato può davvero trarre vita dal presente.

Note

1. Cfr. P. Feliciati, La qualità dell’universo documentario digitale: dai contenuti al servizio, AIB studi, vol. 58 n. 1 (gennaio/aprile 2018), pp. 53-63.

2.  M. Catorscio, Accesso alle immagini digitali in banche dati online. Casi di studio a confronto, in The Net. La rete come fonte e strumento di accesso alle fonti: atti del Convegno, Firenze, 25 febbraio 2016, a cura di A. Becherucci e F. Capetta, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2017, p. 51.

3.  Il Prof. Romualdo Sassi (1881-1969), è stato un insigne studioso fabrianese che si è dedicato all’approfondimento degli aspetti storico-artistici, sociali e religiosi del territorio fabrianese e limitrofo attraverso lunghe ricerche sulle fonti archivistiche e bibliografiche locali. La sua vastissima produzione editoriale è quasi interamente conservata presso la Biblioteca Multimediale “R. Sassi” di Fabriano, a lui intitolata.

5. «L’identificazione tra spazi fisici e conservazione si affievolisce sempre più. In questo complicato e volatile rapporto sta uno dei nodi cruciali della conservazione digitale: occorre definire strategie (e possibilmente risposte rassicuranti) che contribuiscano a tenere in equilibrio la fisicità dell’azione conservativa con i suoi fini informativi nel lungo periodo.» F. Valacchi, Gli archivi tra storia e futuro, Editrice Bibliografica, Milano, 2020, p. 85.

Sara Gregori

Assistente di archivio e di biblioteca
Operatrice di archivio e di biblioteca presso l'Archivio Storico Comunale e la Biblioteca Multimediale “R. Sassi” di Fabriano (AN)